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Pisa

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davide12
view post Posted on 3/11/2006, 01:27




LA STORIA
Le origini

Nell'aprile del 1909, in una cantina di via San Paolo, nacque il Pisa Sporting Club, per volontà di una ventina di "giovani", tra i quali Enrico Canti, che fu il primo presidente, ed il mitico Ferruccio Giovannini, il primo segretario. La squadra disponeva di casacche bianco-rosse ed il campo da gioco era quello di Piazza d'Armi.
Nel 1910 i colori sociali furono sostituiti dal nero-azzurro dell'Inter vinicitrice dello Scudetto. In quegli anni i giocatori erano soprattutto studenti e la squadra partecipava a tornei con le altre rappresentative cittadine, come Alfea Fc, Porta a Mare Fc, Audax, Libertas-Itala, S.S. Gerbi. Queste partite erano molto accese perché decretavano spesso la scomparsa della società sconfitta, con il passaggio degli elementi migliori nelle file dello Sporting, che andò così rafforzandosi sempre più. La prima formazione di cui si ha documentazione certa: Mugnai, Da Prato, Tonini, Logli, Canti, Serfogli, Maggini, Galletti, Giovannini, Cagnacci, Scotti Stefano.
Dal 1913 fu utilizzato il campo dell'Abetone, a ridosso delle mura, e nel novembre del 1914, sotto la guida del nuovo Presidente, l'avv. Giacomo Picchiotti, cominciò l'attività ufficiale del Pisa Sporting Club con l'iscrizione alla Coppa Federale Toscana. Secondo il regolamento allora vigente, le varie Coppe Federali regionali si risolvevano con una poule a quattro squadre con successiva finale per il titolo di Campione d'Italia. In quegli anni il Pisa S.C. dominò sulle altre squadre toscane (Firenze FC, US Livorno, AS Lucchese, AC Viareggio, Prato FC, S.S. Gerbi Pisa, Libertas Firenze), conquistando 5 titoli di Toscana consecutivi dal 1914 al 1921 (nel 1917-18 e 1918-19 le attività furono sospese per la I Guerra Mondiale) ma non riuscì ad andare oltre alla poule per il titolo Centro-Meridionale.
Il 26 ottobre 1919 fu inaugurato il nuovo stadio, l' Arena Garibaldi e finalmente nel campionato 1920-21 il Pisa S.C. riuscì ad arrivare fino in fondo..... o quasi. C'erano infatti le premesse per disputare un'ottima stagione: una squadra forte, una società competente, uno stadio nuovo ecapiente, ma soprattutto l'ingaggio del grande allenatore Joseph Ging, ex-capitano della nazionale ungherese. Tuttavia la squadra favorita per la vittoria del titolo regionale era l' U.S. Livorno, che rimase in prima posizione per gran parte del campionato. Ma nella partita decisiva, disputata all'Arena Garibaldi, il Pisa S.C. superò il Livorno per 3-0 aggiudicandosi così la Coppa Toscana per la quinta volta consecutiva.
Entrambe le squadre passarono comunque alla fase interregionale con il Naples e la Bagnolese. Le due toscane si dimostrarono nettamente più forti delle campane e si ritrovarono di fronte nella finale per il titolo centro-meridionale, che si disputò il 3 luglio 1921 a Bologna. C'era grande attesa in città, moltissimi tifosi partirono per Bologna e spinsero la squadra allo storico successo sugli amaranto: Pisa S.C. - U.S. Livorno 1-0.
All'arrivo della squadra alla stazione, in città fu un'apoteosi: il Pisa Sporting Club era Campione Centro-Meridionale e doveva disputare la finale per il titolo italiano contro la fortissima e pluriscudettata Pro Vercelli. Molte polemiche furono dirette alla Federazione per la scelta di Torino come sede della finale, a due passi da Vercelli.... ma in quel periodo la squadra vercellese era molto potente anche a Roma... La finalissima per lo Scudetto si disputò quindi a Torino il 24 luglio 1921. Una strepitosa prestazione del portiere neroazzurro Gianni (11 presenze in Nazionale) non bastò a contrastare i piemontesi: Pro Vercelli- Pisa 2-1, con rete del momentaneo pareggio neroazzurro segnata da Sbrana. Il Pisa disputò una grande partita; la Pro Vercelli si dimostrò un avversario fortissimo, ma indubbiamente fu l'arbitro Olivari che condizionò l'incontro, convalidando il secondo gol dei "bianchi" in netto fuorigioco e sorvolando su diversi falli da espulsione e da rigore dei piemontesi. Il Pisa concluse addirittura in nove uomini per il grave infortunio di Gnerucci e per l'espulsione di Viale (per proteste!). La stampa nazionale dette risalto all'avvenimento, concordando sul fatto che lapartita non era stata diretta a regola d'arte... ma non ci fu la possibilità di ripetizione, quindi il Pisa Sporting Club si vide ingiustamente privato di un meritato Scudetto.
La formazione pisana che scese in campo quel giorno: Gianni, Bartoletti, Giuntoli, Gnerucci, Tornabuoni, Viale, Sbrana, Merciai, Corsetti, Colombari, Pera. All. Ging
Gli anni venti
A partire dalla stagione 1921-22 a seguito della riforma dei campionati vi fu l'istituzione della Serie A a due gironi ed il Pisa fu inserito nel girone B. Per quattro anni la squadra, guidata ancora da Ging, ottenne ottimi risultati, piazzandosi rispettivamente al terzo, quarto, sesto e quinto posto, sconfiggendo più volte squadroni come Genoa, Internazionale,
Torino e Pro Vercelli. Sebbene il Pisa di quegli anni fosse una delle squadre più forti d'Italia, non ci fu mai il giusto spunto per vincere il girone. Ricordiamo, fra i vari giocatori, l'italo-inglese Moscardini ed il grande Colombari (rispettivamente 9 e 13 presenze in Nazionale).
Nel campionato 1925-26, in seguito all'abbandono dell'allenatore Ging ed alla cessione avventata di alcuni giocatori , la squadra non si dimostrò all'altezza e retrocesse per la prima volta in I Divisione (l'attuale serie B): tramontò così lo "squadrone neroazzurro" che per diversi anni aveva fatto tremare le "grandi" del calcio italiano.
I primi due anni di I Divisione furono molto difficili: in entrambi i campionati il Pisa si piazzò al 13° posto, riuscendo a salvarsi nelle ultime giornate. Nella stagione 1928-29, in seguito ad un'ulteriore riforma dei campionati, la conquista del 5° posto finale non bastò ad evitare la retrocessione nella neonata Serie C .
Gli anni trenta
Fino al 1933 la squadra militò quindi per quattro stagioni in serie C,disputando campionati di centro-classifica. Poi nel 1933-34 la dirigenza fece le cose in grande, costituendo una rosa solida e affidandola all'allenatore ungherese Orth il quale ripagò la fiducia portando il Pisa al 2° posto alle spalle della Lucchese. In questo modo conquistò la possibilità di giocarsi la promozione in un quadrangolare di spareggio con Parma, Piacenza e Udinese. La finale si disputò a Roma: Pisa-Udinese 3-1. Con questa vittoria il Pisa Sporting Club riconquistò la Serie B (nel frattempo ri-allargata a 2 gironi).
Nella stagione successiva i nerazzurri sfiorarono poi addirittura l'immediata promozione in serie A, giungendo terzi nel girone A della seria cadetta (presidente era il Comm. Giuseppe Biscioni).Sempre nel campionato 1934-35 memorabile fu la vittoria per 8-0 sul campo del Derthona (tuttora record per i nerazzurri, eguagliato nel 1938-39 da un identico 8-0 sul campo dell'allora blasonato Casale).L'ottimo piazzamento consenti' comunque al Pisa di rimanere nella Serie B nuovamente a girone unico re-introdotta a partire dal 1935-36, terminato al 5°posto (in pratica al termine della stagione 1934-35 furono declassate ben 16 squadre).Seguirono poi altri 3 campionati in cadetteria con alterne fortune e un pò di sofferenza nel 1938-39.
La stella di questo secondo lustro del decennio fu un pisano purosangue:
Sergio Bertoni (9 presenze nella Nazionale di Vittorio Pozzo) che giocò in
neroazzuro fino al 1939 quando fu ceduto al Genoa.
Gli anni quaranta
Dopo altri due campionati di Serie B di medio-bassa classifica nel 1941-42
torna a riaffacciarsi ai piani alti della cadetteria concludendo al 6° posto
(all'epoca andavano in serie A solo le prime due classificate). Piazzamento
ulteriormente migliorato nella stagione successiva (1942-43), conclusa al 4°
posto.Dal 1943 al 1946 il campionato fu sospeso per la II Guerra Mondiale;
alla ripresa delle attività sportive il Pisa S.C. si trovò in difficoltà e fu necessario disputare uno spareggio per restare in Serie B (nell'immediato
dopoguerra spalmata su ben 3 gironi). A Modena, il 13 luglio 1947, la vittoria contro l'Anconitana rappresentò la salvezza per il Pisa Sporting Club. Nella stagione successiva la squadra si riscattò ampiamente, concludendo al 2° posto ad un punto dal Palermo il girone C di Serie B, in un torneo falsato dalla corruzione. Infatti il campionato non fu omologato poiché due giocatori della Nocerina denunciarono di essere stati pagati dal Palermo per perdere la partita con i rosanero. Ma poi, incredibilmente, l'inchiesta fu archiviata ed il Palermo fu promosso in Serie A, ai danni proprio del Pisa Sporting Club che si era classificato in seconda posizione ad un solo punto di distacco. Questa vicenda scosse molto la società, tanto che il presidente, l'avv. Giacomo Picchiotti (quello della finale Scudetto del '21) si dimise e gli subentrò il Comm. Raffaele Micheletti. Durante la lunga parentesi del Fascismo, si erano avvicendati come presidenti: Comm. Prof. Francesco Pardi, Enrico Corona, Cav. Dott. Dario Petrini, Comm. Ing. Piero Cupiello, Cav. Ranieri Garzella, Comm. Giuseppe Biscioni, Comm. Giovanni Gentili.
Nel 1948-49 la Serie B tornò a girone unico e il Pisa concluse con un onorevole 8° posto.
Gli anni cinquanta
Dopo due piazzamenti al 9° posto nei campionati di Serie B del 1949-50 e
1950-51 arriva la retrocessione nell'estate del 1952.Quello del 1951-52 fu
un brutto campionato, in cui la squadra non riuscì a dimostrare il proprio valore: la vittoria casalinga contro la capolista Roma non servì, e per i
neroazzurri fu Serie C dopo 15 anni di cadetteria.
Seguirono anni terribili: il Pisa registrò due retrocessioni che portarono i
neroazzurri a giocare in campagna.... in Promozione. Nel campionato del 1952-53 in Serie C (allora a girone unico), la squadra si classificò all'ottavo posto, ma nella stagione successiva non riuscì a salvarsi. I neroazzurri passarono così in soli tre anni dalla Serie B alla IV Serie (l'attuale C2). La situazione finanziaria si fece drammatica, tuttavia nella stagione 1954-55 la squadra, guidata dall'allenatore Nicolini e dal Presidente Comm. Enrico Ciaranfi, si comportò dignitosamente classificandosi al 5° posto. Il campionato seguente fu invece molto sfortunato: a metà stagione la squadra stazionava nella bassa classifica; di ritorno dalla trasferta di Fabriano (4 dicembre 1955), il pullman che trasportava il Pisa S.C. ebbe un pauroso incidente nel quale molti giocatori rimasero feriti e quindi impossibilitati a scendere in campo per diverso tempo. La società si vide allora costretta a disputare partite schierando giocatori del settore giovanile. Il campionato fu quindi compromesso e si concluse con un'altra inesorabile retrocessione. Quindi i neroazzurri, nella stagione 1956-57, si ritrovarono a giocare in Promozione (l'attuale serie D).
Alla retrocessione in Promozione (che gioco di parole!!!), la città rispose con rabbia e la società si rinnovò ampiamente. Il presidente Enrico Ciaranfi ed il segreatario Antonio Bellani crearono uno staff competente, affidando al tecnico Umberto Mannocci una squadra "fatta in casa" ma molto solida che,
inanellando una vittoria dopo l'altra, risvegliò l'entusiasmo della tifoseria. C'era un'altra squadra accreditata alla vittoria del campionato: il Grosseto. Il 2 giugno 1957 si giocò all'Arena Garibaldi l'ultima giornata del campionato, che vedeva di fronte proprio le due squadre. Il Grosseto era capolista, il Pisa S.C. inseguiva ad un punto di distanza ed era quindi costretto a vincere. Il pubblico rispose con molto entusiasmo, facendo registrare il tutto esaurito: 12.000 spettatori per una partita di Promozione! Il match fu intenso e nervoso, ma una rete di Ricoveri permise ai neroazzurri di imporsi (per 1 a 0) e di conquistare quindi il meritato ritorno in IV Serie. Nell'estate del 1957 la società condusse un'oculata campagna acquisti che permise di creare una rosa competitiva, così il Pisa S.C. vinse con largo margine anche il successivo campionato di IV Serie, riconquistando la Serie C (nel frattempo allargata a 2 gironi).
Dopo due promozioni consecutive, il nuovo presidente Raffaello Panichi creò
una squadra che, guidata ancora da Mannocci, si comportò bene nel girone A
di Serie C del 1958-59 (ottavo posto).Memorabile in quest'ultimo campionato
anche il derby Pisa-Livorno (30 marzo), sospeso per pioggia e conclusosi con
una gigantesca rissa in campo, con quattordici giocatori denunciati (4 livornesi e 10 pisani!).
Gli anni sessanta
Prima parte del decennio passata in Serie C (allargata a 3 gironi nell'estate del 1959) dai neroazzurri con campionati di medio-alta classifica, eccetto l'anno 1959-60 in cui terminò al 13° posto ma con una penalizzazione di 10 punti per presunto illecito (sebbene la faccenda non fu mai chiarita).
Nel 1961-62 la squadra si classificò seconda a 3 punti dal Cagliari, l'anno
successivo furono invece venduti i giocatori migliori a causa di una difficile situazione economica e la squadra perse competitività e concluse solo dodicesima.Nel 1963-64 il Pisa torna ad essere una squadra di vertice ma nonostante le grandi ambizioni non conquista la Serie B, piazzandosi solo al terzo posto.Ritiratosi Tumbiolo dopo la fallita promozione, nel 1964-65 il neo presidente Giuseppe Donati affidò al nuovo tecnico Umberto Pinardi una squadra che conquistò un'insperata promozione, riportando i neroazzurri nel calcio importante. La città era in festa, il Pisa Sporting Club era tornato in Serie B dopo 13 anni. Il primo anno di cadetteria fu difficile, la squadra si classificò sedicesima, salvandosi solo all'ultima giornata con la vittoria per 3 a 0 a Reggio Emilia, sospinta dal proprio pubblico. Il campionato 1966-67 apparve più difficoltoso e, quando la squadra era data ormai per retrocessa, il presidente Donati esonerò Pinardi ed ingaggiò Renato Lucchi. I neroazzurri fortunatamente si scossero e si piazzarono al 12° posto con un buon finale di stagione.La stagione seguente, 1967-68, si rivelò ricca di soddisfazioni per i tifosi neroazzurri e si concluse con la tanto sospirata promozione in Serie A. Nell'estate 1967 infatti era stata costruita una buona squadra, sebbene nessuno pensava che sarebbe stata in grado di classificarsi tra le prime. Tuttavia i neroazzurri, guidati sempre dal coach Renato Lucchi, disputarono una grande stagione, conquistando importanti vittorie, come il 3-1 inflitto al forte Verona di Liedholm ed il 3-0 al Livorno.
Nelle ultime giornate, però, la squadra accusò una flessione e incappò in due pareggi consecutivi che misero in bilico la posizione acquisita.
Nell'ultima giornata il Pisa S.C. avrebbe riposato, così il penultimo incontro risultava quasi decisivo. Il calendario propponeva la difficile trasferta di Venezia; salirono in Laguna migliaia di tifosi pisani (4 treni speciali e 60 pullman) ma la squadra fu sconfitta per 1 a 0 ed il sogno sembrò infrangersi. Con il Palermo già matematicamente promosso, rimanevano ancora 2 posti liberi per la Serie A.
Il Pisa aveva 48 punti, Verona e Bari erano a quota 46. Nell'ultima giornata di campionato, il 23 giugno 1968, il destino del Pisa S.C. dipendeva quindi dalle squadre aversarie.
Il Verona vinse contro il Padova, ma i baresi non riuscirono ad andare oltre
il pareggio a Perugia, così la città esplose di entusiasmo quando alle ore 18:47 fu annunciato il ritorno in Serie A dopo 42 anni.
La squadra che conquistò la promozione: Annibale, Gasparroni, Casati, Barontini, Lenzi, Gonfiantini, Manservisi, Guglielmoni, Mascalaito, Joan, Piaceri, all. Lucchi.
La stagione 1968-69 nella massima serie non fu fortunata per il Pisa Sporting Club. Probabilmente la campagna acquisti non fu gestita con la giusta attenzione e infatti la squadra comincò il campionato con tre sconfitte. Il pareggio con il Varese e la vittoria sull'Atalanta fecero rinascere l'entusiasmo, ma la squadra mostrava evidenti limiti. La partita dell'anno fu ovviamente il derby con la Fiorentina, che si disputò il 12 gennaio 1969 in un'Arena Garibaldi esaurita, con 23.000 spettatori. Ma evidentemente non era l'anno dei neroazzurri, che furono immeritatamente sconfitti per 1-0 con gol del viola Amarildo su punizione. Il campionato continuò con il Pisa sempre nelle ultime posizioni; la vittoria in casa della Sampdoria risollevò il morale dei neroazzurri che avrebbero avuto la possibilità si salvarsi se avessero sfruttato a dovere il doppio turno casalingo contro Bologna e Vicenza : al contrario il Pisa raccolse un solo punto, al quale fece seguito la sconfitta di Napoli.Tutto questo significò
l'amaro ritorno in Serie B.
Gli anni settanta
l Pisa Sporting Club si presentò ai nastri di partenza del campionato di Serie B del 1969-70 con la dichiarata volontà di tornare subito in Serie A.
La squadra, affidata a Lauro Toneatto, esordì vincendo a Taranto per 2-0. Ma
in seguito i neroazzurri ottennero risultati contraddittori, alternado belle vittorie a clamorose sconfitte. Toneatto fu così costretto a dimettersi ed il suo successore Giuseppe Corradi portò la squadra al 7° posto in classifica. La delusione per la città fu cocente, la società si trovò nuovamente in difficoltà dal punto di vista economico e fu costretta ad una serie di cessioni. Così nel successivo campionato di Serie B del 1970-71 la squadra, affidata di nuovo ad Umberto Mannocci, apparve nettamente indebolita. Al termine del girone d'andata il Pisa era quint'ultimo ed in seguito le cose non migliorarono. Le ultime tre partite con Reggina, Novara ed Arezzo si rivelarono, purtroppo, decisive. I calabresi espugnarono l'Arena per 1-0 e la domenica successiva i neroazzurri ormai demoralizzati naufragarono per 7-1 a Novara. Questa sconfitta risultò irrimediabile, tanto che la vittoria con l'Arezzo nell'ultimo turno non consentì al Pisa di salvarsi poichè nella stessa giornata il Taranto acciuffò il pareggio a Palermo con un incredibile rigore concesso dall'arbitro, ed un peggior quoziente reti decretò la retrocessione del Pisa Sporting Club in serie C. I primi due anni di Serie C (1971-72 e 1972-73) furono molto difficili, in
quanto la società era debole e senza grosse disponibiltà economiche. La
squadra si classificò al 13° e poi al 12° posto, sotto la guida del bravo allenatore Roberto Balestri. Si ebbe una parziale riscossa nel campionato 1973-74 con la squadra che, affidata prima a Pozzan, poi a Filippelli ed infine a Robotti, conquistò un buon 6° posto. Da segnalare, in quel campionato, l'esplosione del grande Marco Tardelli che fu poi venduto al Como per un centinaio di milioni. Altri giocatori ebbero la stessa sorte, così la squadra risultò nettamente indebolita nella stagione seguente (1974-75) :Filippelli riprese il posto di Robotti e conquistò la salvezza in extremis. Anche il campionato 1975-76 vide il Pisa coinvolto nella lotta per non retrocedere ed ebbe un finale da brivido. Il presidente Luigi Rota alternò i tecnici: prima Landoni, poi Piaceri, poi ancora Landoni. La squadra si ritrovò allora nell'ultima giornata in una situazione disperata: all'Arena scendeva il Montevarchi, diretto avversario per la salvezza, ed i neroazzurri dovevano vincere con almeno tre reti di scarto. E 3-0 fu, con reti di Russo, Zunino e Pulitelli. Dopo questa drammatica salvezza, la squadra condusse un dignitoso campionato nel 1976-77, classificandosi al 4° posto, bissato dal 5° posto del 1977-78. La città era però ormai stanca, dopo sette campionati di Serie C, così il presidente Rota mise la società sul mercato.
Il Pisa dal 1994 ad oggi
Quella del 1994 fu un'estate terribile. Il calcio a Pisa sarebbe sparito se non si fosse costituita subito una nuova società. Dopo interminabili giorni di suspence, alcuni volenterosi personaggi locali iscrissero una nuova sociretà, l'Ac Pisa, al campionato regionale di Eccellenza. La nuova squadra fu approntata in breve tempo e non fu in grado di lottare per la promozione, concludendo all' 8° posto, fra mille difficoltà di carattere burocratico e finanziario, ma mai abbandonata dal pubblico pisano..
Una nuova pagina dello sport cittadino si aprì quando il gruppo composto da Roberto Posarelli, Enrico Gerbi e Bruno Meliani fondò il Pisa Calcio 1995 che rilevò il pericolante Ac Pisa. Fu preparata una nuova squadra che, per le garanzie offerte dalla società, fu ripescata nell'agosto 1995 nel Campionato Nazionale Dilettanti. All'allenatore Luciano Filippi fu affidato un buon gruppo che annoverava anche due giocatori molto esperti quali Gianluca Signorini e Davide Lucarelli i quali condussero la squadra al 1° posto in classifica dopo un lungo duello con Aosta e Biellese. La vittoria nella penultima giornata a Torino sul campo del Nizza (rete di Signorini) spianò la strada alla squadra. Anche il pubblico fece la sua parte: 8.000 spettatori con l'Aosta, 10.000 nell'ultima trionfale partita vinta per 2-0 all'Arena Garibaldi contro il Viareggio, il 28 aprile 1996, con reti di Mussi e Andreotti. Questa vittoria significò per il Pisa Calcio l'approdo alla C2 e, per i tifosi pisani, il ritorno al calcio professionistico.
La squadra che ha riconquistato la Serie C: Schiaffino (Corradi), Niccolini, Lucarelli, Felice, Baroni, Signorini, Baldini, Gargani, Spinesi (Del Rosso), Andreotti, Mussi. All. Filippi.
Nel 1996-97 la squadra disputò un buon campionato, ma sciupò tutto nel finale. Filippi venne esonerato a metà stagione per far posto a Vanini, poi fu richiamato. La sconfitta interna con il Rimini portò i neroazzurri al 6° posto, per un solo punto fuori dai play-off per la promozione in C1. La stagione sarà comunque ricordata per il ritorno del sentito derby con il Livorno: il 17 novembre 1996 circa 3.000 pisani spinsero la squadra al pareggio per 1-1 in trasferta (rete di Paolo Andreotti); il 6 aprile davanti a 15.000 spettatori all'Arena Garibaldi la partita terminò invece 0-0.
Nel 1997-98 la squadra venne rifondata e affidata al coach pisano Roberto Clagluna; c'era ottimismo in città, grazie anche al sonante 4-2 inflitto al Livorno nella Coppa Italia di C. Ma i neroazzurri disputarono un campionato a "corrente alternata"; l'esonero di Clagluna in favore della coppia Signorini-Baldoni non ottenne gli effetti sperati ed il Pisa Calcio concluse la stagione al 10° posto in classifica.
Il campionato 1998-99 è stato forse il più bello nella storia del nuovo Pisa Calcio, conclusosi con la vittoria del campionato di Serie C2. La squadra, totalmente rinnovata nel mercato estivo per opera del ds Giovanni Botteghi, ha affrontato la stagione con grande determinazione sotto la guida di Francesco D'Arrigo, concludendo in testa con 9 punti di vantaggio sulla seconda classificata, ma durante la stagione il vantaggio era arrivato ad un massimo-record di ben 18 punti. Un bel modo per festeggiare i 90 anni di calcio a Pisa (1909-1999).
La formazione della promozione in Serie C1: Verderame, Lauretti, Cei, Andreotti, Tomei (Marcato), Zazzetta, Moro, Logarzo, Ricci, Mobili (Del Bianco), Muoio. All. D'Arrigo.
La stagione successiva (1999-00) poteva essere quello del "grande slam", invece si é conclusa lasciando l'amaro in bocca. La squadra, rinnovata ampiamente, é partita bene, senza accusare il salto di categoria. Dopo un periodo di flessione (dovuta a molti infortuni) i nerazzurri sono riusciti a raggiungere un meritatissimo secondo posto, ad un solo punto dal Siena
capolista. Un grande risultato per una squadra neopromossa. Fiore all'occhiello é stata la conquista della Coppa Italia di C in finale contro l'Avellino, con un netto 3-0 all' Arena Garibaldi che ha ribaltato la scofitta per 1-0 subìta all'andata. E' stato l'anno dei goal di Gianluca Savoldi finalmente temuto dagli avversari, l'anno della difesa di ferro e delle tante vittorie in trasferta. Ma si sa che i play-off non perdonano: il Brescello si é dimostrato più cinico e il goal-vittoria di Massimiliano Vieri all'ultimo minuto della gara di ritorno nelle semifinali ha eliminato i nerazzurri (1-1 all'andata in Emilia). La Serie B é svanita così in un attimo.... una delusione cocente, coperta solo in parte dalla vittoria della Coppa Italia di Serie C.
La squadra che ha sfiorato la Serie B: Rosin, Deoma, Rossi, Andreotti, Zattarin (Niccolini), Baraldi, Femiano (Moro), Quaranta (Greco), Savoldi, Serra, Varricchio. All. D'Arrigo.

Il nuovo Millennio, non si é aperto bene per il Pisa Calcio e ha segnato la fine dell'era Posarelli-Gerbi. I nerazzurri hanno infatti disputato due campionati abbastanza anonimi, concludendo entrambe le stagioni all'11° posto senza acuti e con poche soddisfazioni. Nel campionato 2000-01 la squadra, ampiamente rinnovata dal ds Adriano Polenta e allenata da D'Arrigo, non é riuscita a rendersi protagonista del campionato.
Nell'anno successivo (2001-02), nonostante una partenza al rallentatore, é comunque emerso il buon lavoro svolto dal dg Stefano Braghin, dal ds Mauro Meluso e dall'allenatore Corrado Benedetti, lavoro che ha permesso di gettare ottime basi per il futuro. Il 14 maggio dello stesso anno, il Pisa Calcio passa di mano e viene acquistato da Maurizio Mian, il quale si è alternato alla presidenza con la madre (Maria Gabriella Gentili Mian) fino al 2005. Nonostante un grande dispendio economico, i neroazzurri non sono risuciti a salire di categoria. L'obiettivo è stato vicinissimo nel campionato 2002-03: la squadra allenata da Simonelli ha perso la serie B ai supplementari nella sfortunata trasferta di Bergamo per la finale di ritorno dei play-off contro l'Albinoleffe, con 10.000 pisani al seguito. Un vero peccato per una stagione che era partita con il piede giusto grazie alla storica vittoria a Firenze in Coppa Italia di C contro la nuova Florientia Viola grazie ad una rete di Alessio Frati.
Le due stagioni successive (2003-04 e 2004-05, allenatori: Simonelli, Cabrini, Masi e Iaconi) non hanno regalato ai pisani le emozioni sperate, pertanto la famiglia Gentili - Mian ha deciso di cedere la mano. Il 1 luglio 2005 è ufficialmente avvenuto il passaggio al nuovo proprietario Leonardo Covarelli, imprenditore immobiliare perugino. La nuova squadra, costruita da Roberto Onorati e Giuseppe Accardi, è stata affidata a Manuele Domenicali per scrivere una nuova pagina della lunga storia neroazzurra. La stagione 2005-06 è di quelle da dimenticare al più presto. Alla corte del Presidente Leonardo Covarelli si alternano, senza grande fortuna, i tecnici Domenicali, Toma, Mariani e ancora Toma. Quest'ultimo evita nel corso dei play-out con la Massese la retrocessione in C2. Il Pisa è in vendita, ma nessuno con credenziali serie si fa avanti. Il Presidente Covarelli si rimbocca le maniche ed affida la campagna acquisti a Gianluca Petrachi e Marco Scarpelloni. L'intento è quello di onorare al meglio la stagione 2006-07. La tifoseria crede ancora nel progetto di salire in serie B: gli abbonati ad inizio campionato oltrepassano quota 2.400.
Sito Ufficiale del Pisa Calcio

STORIA DEI VARI GRUPPI DELLA CURVA A PISA
Il Club autonomo
Il Club Autonomo Neroazzurro nasce nel campionato 2001-2002
dalla volontà di un gruppo di amici ma soprattutto di tifosi di tutte le età
allo scopo di seguire le trasferte del Pisa Calcio.
A differenza di altri gruppi il Club Autonomo non ha una vera e propria gerarchia
per cui qualsiasi decisione viene presa insieme da tutti i soci.
In particolare, tali incontri, avvengono durante le numerose cene
organizzate durante l’anno che si trasformano in momenti per stare insieme
oltre agli impegni calcistici domenicali.
Inoltre, è consuetudine alla fine del campionato,
organizzare una festa per programmare l’anno calcistico successivo.
Anche gli striscioni, che oggi è difficile non vedere esposti in curva sia in casa che in trasferta,
sono frutto di una decisione presa da tutti i soci del Club Autonomo.
Quando è nato, il Club Autonomo poteva contare su 50 soci ma
ogni anno ha conseguito un notevole incremento di affiliati
(ad oggi, campionato 2004-2005, ne conta più di 150).
Inizialmente le trasferte del Club Autonomo venivano gestite completamente dalla famiglia
Pavolettoni ma, col passare del tempo, grazie alla collaborazione di alcuni amici ed alle
loro attività è stato possibile ampliare ed agevolare le adesioni alle trasferte
domenicali. È inutile sottolineare che tutto quello che viene fatto per il Club Autonomo
viene fatto solo per il bene del Pisa è quindi senza alcuno scopo di lucro.
Una gustosa caratteristica delle trasferte del Club Autonomo Neroazzurro è
il pranzo che viene offerto ai partecipanti, i quali si possono “abbuffare”
di schiacciata, affettati, salsicce e tantissimi dolci (fatti in casa dai soci)
ed è compreso nel prezzo del pullman !!!
Anche il Club Autonomo Neroazzurro,
come i gruppi della Curva Nord Maurizio Alberti,
si autofinanzia grazie ad una campagna di tesseramento interno,
alla vendita del materiale e grazie ai contributi che vengono raccolti dai soci e
da tutti coloro che seguono il Pisa in trasferta con il Club Autonomo.
Il club ringrazia i titolari delle attività commerciali che offrono dei piccoli regali
i quali vanno ad arricchire le lotterie organizzate sui pullman.

Per concludere un breve accenno alle trasferte più importanti del Club Autonomo:

09.09.01 AREZZO-PISA
prima trasferta di calendario 2001/2002 e prima trasferta del Club Autonomo Neroazzurro:
allestiti 3 pullman!

Purtroppo il periodo non è molto felice per la squadra,
la contestazione contro la presidenza Gerbi-Posarelli,
obbliga il Club Autonomo a partire per le trasferte con circa 30 persone;
comunque sia sempre presente ovunque !!!

01.06.03 CESENA-PISA
per la semifinale dei PLAYOFF ben 8 pullman allestiti !

15.06.03 ALBINOLEFFE-PISA
per la finale dei PLAYOFF 12 pullman !
Battendo il record dei gruppi del tifo organizzato Pisano !

06.01.04 SASSARI TORRES-PISA
aereo charter per 150 persone!
Di questa trasferta è stato parlato tantissimo dalle TV locali
e dalle testate giornalistiche sportive ma merita ancora un piccolo spazio in questa presentazione.
La prima trasferta con un volo charter organizzata dai tifosi e
soprattutto una trasferta che per essere organizzata ha smobilitato l’intera città di Pisa e provincia.
Infatti, per abbattere il costo dell’aereo, privati cittadini e attività commerciali hanno
contribuito finanziariamente per la riuscita della trasferta stessa
ed ancora una volta va il ringraziamento del
Club Autonomo Neroazzurro a tutti coloro che hanno collaborato!!!
http://www.clubautonomoneroazzurro.it/

La Curva Nord "Svitati"


LA CURVA NORD "MAURIZIO ALBERTI"
Queste poche righe hanno l’obiettivo di far capire che cosa è la Curva Nord, cosa è stata e cosa vuol dire farne parte. Non sarà un elenco di gruppi ultras che si sono susseguiti in Curva, ma cercheremo di trasmettere le sensazioni e le emozioni che si provano a far parte di una Curva. Inizieremo a parlare della Nord da quando la conosciamo noi, rimandando al libro dei Rangers (“Siamo pisani, batteteci le mani…”) tutte le notizie antecedenti al 1990. Sappiamo benissimo, avendola vissuta per più di 15 anni, che la Curva di oggi non è quella di ieri e non sarà quella di domani; in modo particolare, dagli anni Novanta ad ora, molto è cambiato, come del resto in tutto il panorama ultras, sia a livello di mentalità che di leve generazionali. Come gruppo Svitati abbiamo fatto il nostro ingresso in Curva Nord in punta di piedi; nel 1990 eravamo tutti ragazzi giovanissimi e, seppur con lo stesso grande amore per il Pisa e per Pisa, vedevamo la Curva Nord come qualcosa di diverso rispetto al semplice fare il tifo per i colori nerazzurri. Non serviva solo amare la squadra e tifare, occorreva seguire delle regole non scritte, basate sul rispetto, coerenza e mentalità. A quel tempo l’influenza di Romeo Anconetani sulla Curva Nord era enorme, dalle sovvenzioni per le trasferte agli aiuti in caso di difficoltà “giudiziarie”. Romeo non era solo il presidente di una squadra di calcio, era un grande uomo: despota e prepotente, ma con un grande cuore e attento ai problemi che sorgevano intorno al Pisa a 360°, dalla squadra ai suoi tifosi. Talvolta però quell’arroganza andava contro con il nostro orgoglio. Infatti, proprio in quell’anno, si formò quello che doveva essere il primo grande coordinamento all’interno della Curva Nord, il Comitato Orgoglio Pisano (COP), che nasceva in contrapposizione al Centro di Coordimento Pisa Clubs e soprattutto in contrapposizione all’egemonia di Romeo sui gruppi di tifosi.
Appena nati, ci trovammo subito a dover scegliere se fare parte del Coordimento, oppure aderire al COP; non facemmo quasi in tempo a propendere per la seconda opzione, che il sogno COP era già tramontato. Per noi, però, aveva voluto dire fare una scelta tra continuare ad essere tifosi normali o accettare quel codice non scritto degli ultras della Curva Nord. In quell’anno i gruppi più importanti erano senza dubbio i Fighters ed i Rangers, nati ad un anno di distanza l’uno dall’altro, i primi nel 1978 e i secondi nel 1979. Altri gruppi molto attivi erano anche gli Sconvolts, nati nel 1984 e gli Wanderers, nati nel 1985. Il 1990 era l’ultimo anno di Serie A e la Curva era sempre stracolma di gente e molti gruppetti contribuivano a colorare la Nord: Kapovolti, Dr. Martens, Fedayn e Armata. Queste realtà, all’apparenza poco significative, riempivano però la Curva, oltre che di colori nerazzurri, anche di persone significative per la realtà ultras pisana. Il nostro ingresso in Curva fu difficile: sembravamo troppo giovani per poter far parte della realtà ultras in maniera autonoma; molte erano le cose da imparare e tanti gli errori da commettere, ma la vita di Curva ci insegnava anche alcuni principi validi nella vita di tutti i giorni. Le prime riunioni di Curva a cui abbiamo partecipato ci vedevano da una parte, in silenzio, ad ascoltare i più vecchi, coloro che avevano più esperienza e coloro che avevano già molte trasferte sulle spalle. La prima regola che abbiamo imparato è il rispetto. In Curva Nord chi era più vecchio o aveva più militanza aveva la stima di tutti. I gruppi storici (o i più attivi) dovevano avere il proprio spazio per attaccare gli striscioni. La balaustra andava guadagnata; non si osava nemmeno avvicinarsi se non sicuri di esserne all’altezza, mentre oggi le cose si sono leggermente ammorbidite.
Con questo spirito arrivammo al 1994, l’anno del fallimento del glorioso Sporting. Dopo Salerno pensavamo (come molti) che il calcio a Pisa fosse finito e che della Curva Nord non rimanesse niente. L’anno dell’Eccellenza fu molto duro e segnò un radicale cambiamento a livello di tifoseria: Wanderers e Fighters si sciolsero e gran parte degli Sconvolts si allontanarono dalle sorti nerazzurri; anche i gruppi satelliti scomparvero. Noi eravamo nel pieno della nostra voglia di essere ultras, con qualche anno di belle esperienze alle spalle e con una voglia di continuare a far parte della Curva Nord. I Rangers tennero duro nel sostenere la squadra anche con risultati non positivi e anche noi non perdemmo la nostra passione per Pisa e per questa realtà ultras. Dagli anni difficili emerse però lo zoccolo duro che ben presto, aiutato dai risultati della squadra, rifondò la Curva Nord nel vero senso della parola. Nel 1995 nacquero gli Eagles che, insieme a noi, aiutavano Rangers e Sconvolts a guidare la Curva. Dall’esilio forzato in Gradinata (a causa di lavori di ristrutturazione dello stadio) ritornammo in Curva a disputare la Serie C2, che voleva dire anche derby con il Livorno dopo tantissimi anni. Tornarono in gran spolvero gli Sconvolts e i giovani si riavvicinarono al Pisa. Le riunioni venivano fatte sempre in posti diversi: dai centri sociali ai bar alle sedi dei gruppi. A volte eravamo in tanti, a volte pochissimi per gruppo. In quella stagione (96/97) ci fu il derby con il Livorno e la Curva Nord realizzò forse la più bella coreografia mai fatta. L’aiuto fu dato da tutti: dal cucire il duomo a preparare le bandierine; ogni gruppo aveva il suo compito anche se, fino all’ultimo, la coreografia era conosciuta solo da pochi e il segreto conservato nelle bocche dei pochi fortunati.
Nel 1998 la Nord sembrò veramente finita: dopo gli incidenti con il Pontedera, metà della gente di Curva era stata colpita da diffide o arresti. E invece no. L’anno seguente gli Sconvolts trovarono un cambiamento generazionale molto valido, i Rangers tennero duro e noi eravamo sempre lì, con la stessa voglia di prima. Il 1999 lo ricordiamo purtroppo per la morte di Maurizio Alberti, un ragazzo dei Rangers e della Curva Nord con il quale ogni domenica, nel pullman di ritorno da ogni trasferta, condividevamo goie e dolori per il Pisa. Dalla sua scomparsa, in ogni stadio, viene sempre appeso lo striscione “Mau Ovunque”; abbiamo inoltre iniziato una dura battaglia per far emergere la verità sulla morte di Mau e sulle inefficienze dei soccorsi allo stadio.
Dopo l’ultima promozione (quella in C1), sono iniziati gli anni delle contestazioni, passati a lottare con ognuna delle tre Presidenze che si sono alternata alla guida della società in questi ultimi 7 mediocri anni di terza serie. Nessuno come Romeo è riuscito ancora a farci tornare nel calcio che conta, per un motivo o per un altro. Siamo nel presente. Il Pisa, in questo periodo, ci ha regalato pochissime e sporadiche gioie, passando da alcuni campionati di vertice ad alcune salvezze miracolose. La Curva Nord ha seguito un percorso più o meno parallelo e altalenante, con trasferte di oltre 10.000 persone nel momento più esaltante (la finale Play-Off persa a Bergamo), ma anche con trasferte fatte con un unico pullman (uno per tutta la Curva). Anche le riunioni di Curva di questi anni hanno seguito le sorti del Pisa: a volte sono state presenti 50 persone, a volte si sono svolte riunioni anche in 4. Tuttavia la presenza dei gruppi e l’apporto canoro non è mai mancato accanto alla squadra, su ogni campo d’Italia e anche nelle amichevoli più assurde. Nel recente passato i gruppi della Nord sono sempre sempre gli stessi. Nel 2000 sono nati i Kapovolti, che riprendono solo il nome del vecchio gruppo e qualche anno dopo si sono riformati gli Wanderers. Ultimamente sono molto attivi anche i ragazzi di Pontasserchio.
In questi anni la Curva non è stata solo Pisa, ma ha cercato anche di impegnarsi socialmente: progetti in Chapas, Uganda, Palestina e iniziative locali. Come gruppi della Nord abbiamo spesso portato avanti la battaglia contro lo strapotere del calcio moderno e contro i problemi che da anni affliggono il mondo ultras. La direzione rimane comunque sempre quella di trasmettere ai più giovani quei principi che abbiamo imparato in questi anni di militanza: il rispetto, la coerenza sulle scelte, l’amicizia, l’amore per il Pisa e l’amore per Pisa.
http://www.svitatipisa1990.info/index.php

Wanderers
Il gruppo Wanderers Pisa nacque prima dell’inizio della stagione 1985/1986 da un progetto di alcuni giovani tifosi nerazzurri che volevano dare un impronta più ultras e organizzata al tifo pisano proveniente dalla provincia.

Ritrovandoci spesso, con volontà e spirito d’iniziativa, gettammo le basi statuarie e organizzative, costruimmo il primo piccolo striscione e soprattutto fu scelto per il gruppo il nome Wanderers.

Si decise per Wanderers (vagabondi) dato che era un nome praticamente nuovo nel panorama ultras e in quanto a quel tempo la figura del vagabondo in viaggio era praticamente in voga e rispecchiava la voglia e lo stile di vita di molti di noi.

Sulla spinta dell’entusiasmo il gruppo in poco tempo si espanse notevolmente con l’entrata di nuovi seguaci di altre zone della provincia che permisero una maggiore visibilità e la creazione di uno striscione più grande.

Col passare del tempo il gruppo ha raggiunto sempre maggior importanza grazie alle numerose iniziative, alla produzione di gadgets e materiale tifo, alla partecipazione alle trasferte e all’organizzazione con gli altri gruppi della Nord del tifo domenicale all’Arena Garibaldi.

Il gruppo Wanderers Pisa 1985 vive forse i suoi massimi splendori nel periodo che va dal 1987 al 1993, che corrisponde anche all’era d’oro del grande Pisa di Romeo, raccogliendo consensi e seguendo il Pisa in tutti gli stadi d’Italia.

Dopo tale periodo il gruppo, non avendo avuto un cambio generazionale, è rimasto in mano a 7/8 “vagabondi” che vista la situazione (fallimento della squadra) ma soprattutto vista l’età hanno un po’ diradato la loro partecipazione alla vita della curva, rimanendo comunque sempre presenti in casa e nelle maggiori trasferte.

Dal 2002 invece c’è stata la svolta, decisamente positiva, del gruppo. Sono stati “arruolati” numerosi ragazzi della zona di Cascina di età compresa tra i 18 e i 25 anni che hanno dato nuova linfa alla vita del gruppo. Attualmente il gruppo è composto da questi giovani affiancati da 3/4 elementi di cosiddetti “vecchi”.

Nel salutare tutti i tifosi del Pisa e i gemellati, vogliamo ringraziare chi ci legge ma anche chi per oltre 20 anni si è alternato nel Direttivo del gruppo, ricordando comunque che per noi pisani il vero derby non è quello giocato contro il Livorno, in passato antico porto e frazione di Pisa, ma con Firenze che da sempre è la nostra vera antagonista (ed ora più che mai fa sentire sulla nostra città e le sue strutture il suo peso politico e di capoluogo).

I GRUPPI DELLA NORD
RANGERES PISA 1979 image
SCONVOLTS PISA 1984
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SVITATI PISA 1990
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KAPOVOLTI 2000
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Il gruppo nasce nel 2000, pochi giorni dopo i play-off persi contro il Brescello. I giorni successivi alcuni ragazzi che si erano conosciuti durante la partita decisero di formare un gruppo ultras che anche se era composto da ragazzi giovanissimi (13-14 anni), aveva dei punti fondamentali quali prima di tutto quello di sostenere la squadra nerazzurra in ogni parte d' Italia contando sulla forza del gruppo e la voglia di creare una nuova realtà... e da allora andiamo avanti per la nostra strada con quel qualcosa in più che ci contraddistingue da tutti: l'orgoglio di essere pisani.

LA SQUADRA
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PORTIERI
Christian PUGGIONI
Marco GIAMBRUNO
DIFENSORI
Simone CALORI
Daniele CHIARINI
Patrice FEUSSI
Federico LAZZERI
Tommaso MOVILLI
Diego RAIMONDI
Gianluca ZATTARIN
CENTROCAMPISTI
Rodrigue BOISFER
Michele BOLDRINI
Edoardo BRAIATI
Riccardo BOLZAN
Nicola CIOTOLA
Dimenico DE SIMONE
Milos DOBRIJEVIC
Fabrizio FERRIGNO
Domenico MARINO
Giovanni PASSIGLIA
Rubens PASINO
Pasquale RULLI
Daniele UNNIEMMI
ATTACCANTI
Eddy BAGGIO
Cristian BIANCONE
Yunes CHAIB
Vincenzo PALUMBO
Maurizio PELUSO
Allenatore:Pietro BRAGLIA

I PRECEDENTI
Cittadella Pd-Pisa 0-1 2002/2003
Pisa-Cittadella Pd 2-0 2002/2003
Pisa-Cittadella 0-3 2003/2004
Cittadella-Pisa 0-2 2003/2004
Non buoni i precedenti tra Cittadella e Pisa che vede i Pisani in vantaggio per 3 vittorie a 1 e mai nessun pareggio tra le 2 squadre.Le gare tra Citta e Pisa sono di recente le 2 società si sono incontrate per la prima volta nella stagione 2002/2003.

L' AVVERSARIO
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Il blasone della società è riconosciuto per i tanti anni di serie A e B sopratutto 'targati' Romeo Anconetani, sicuramente il Presidente che ha fatto grande la squadra nerazzurra negli anni '80. Da diverse stagioni sotto la famosa Torre non si riesce a riconquistare almeno la cadetteria e ora, con l'avvento da luglio 2005 del nuovo proprietario Leonardo Cavarelli, la calorosa e appassionata tifoseria pisana spera in un campionato all'altezza della tradizione grazie all'apporto di giocatori esperti come Pasino, Eddy Baggio e Ferrigno guidati dal'allenatore Piero Braglia e dal responsabile dell'area tecnica Gianluca Petrachi. L'Arena Garibaldi-Stadio Romeo Anconetani si trovain via Rosmini e ha una capienza di 17.000 posti. Per maggiori informazioni: www.pisacalcio.it

I LINK UTILI
Siti Uffciali:
http://www.pisacalcio.it/
http://www.arenaromeo.it/
http://www.clubautonomoneroazzurro.it/
http://www.svitatipisa1990.info/
http://www.wandererspisa.it/
http://vekkipisa.interfree.it/
Siti Non Ufficiali:
http://www.connect.to/pisa
http://www.forzapisa.it/
http://www.leoninerazzurri.it/
http://www.altomareweb.it/tifapisa
http://www.geocities.com/andreapadri/Pisa.htm

 
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