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Rete 4 sul Digitale

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davide12
view post Posted on 13/10/2006, 00:36




Insorge Mediaset: «Una vendetta politica. Confidiamo nel Parlamento»
Riforma tv, via libera al decreto Gentiloni
Voto positivo all'unanimità, effettuate alcune modifiche su Auditel vendita delle frequenze e trasferimento reti su digitale

ROMA - Il Consiglio dei Ministri ha approvato all'unanimità il disegno di legge di riforma dedicato alla tv nel passaggio al digitale terrestre, presentato dal Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni. Sono state apportate alcune modifiche. Nel governo erano emerse delle differenze di giudizio in particolare sul destino di Rete 4, argomento su cui Berlusconi si è espresso negativamente a Campobasso, definendolo un atto di «banditismo»
LE MODIFICHE - «Sono orgoglioso che il Consiglio dei ministri, anche accogliendo mie proposte emendative, abbia raggiunto l’unanimità». Lo ha affermato il ministro delle Infrastrutture, Antonio di Pietro, uscendo dalla riunione del governo che ha dato il via libera al ddl Gentiloni di riforma del servizio televisivo. Le proposte emendative proposte da Di Pietro e accolte dal Cdm riguardano «l’auditel, la vendita in blocco delle frequenze e sulla vendita delle due reti da parte di Rai e Mediset l’obbligo per le due aziende di fare un piano entro 90 giorni per riconsegnare allo stato le due reti o rivenderle e non sine die com’era previsto prima».
POSIZIONE DOMINANTE - «Si stabilisce una posizione dominante per i soggetti che superano la soglia del 45 % delle risorse» ha detto poi il ministro Gentiloni presentando il ddl di riforma. «Le tv non diventano poi oggetto di multe e sanzioni, ma a loro si applica la misura di riduzione dell'affollamento orario della pubblicità dal 18 al 16%. Obiettivo di questa misura al posto delle multe, è che - ha aggiunto il ministro - ha un evidentissimo effetto redistributivo che è l'obiettivo virtuoso».
Il ddl prevede il trasferimento di una rete analogica sul digitale entro il 2009 per Rai e Mediaset, prima del trasferimento totale di tutte le reti sul digitale entro il 2012. «È una misura che incentiva una migrazione, non una misura punitiva». Il ministro Gentiloni ha poi spiegato più nel dettaglio che la migrazione di una rete Rai e Mediaset dall'analogico al digitale è prevista «entro 15 mesi dopo l'approvazione della legge».
Con i passaggi stabiliti da questa legge si libereranno frequenze in modo positivo per il passaggio al digitale» ha detto Gentiloni. «Non sarà una restituzione allo Stato», aggiunge, perchè le prime frequenze liberate «saranno vendute con criteri stabiliti dall'Autorità, le altre saranno messe a gara. E l'Italia comincerà a somigliare ad un a un paese normale».
DISEGNO DI LEGGE SULLA RAI - «Nelle prossime settimane presenterò un ddl con le linee guida di riforma dell’assetto e della governance della Rai» ha successivamente dichiarato Gentiloni, argomentando la decisione di scorporare il tema Rai dal ddl di riforma del sistema televisivo, approvato oggi dal Cdm, «con l’importanza del tema e il confronto pubblico che richiede».
RISPOSTA A BERLUSCONI - Gentiloni ha poi risposto a Berlusconi: «Berlusconi parla di banditismo? Noi ci aspettiamo che ci sia un approfondito confronto in Parlamento perché è un testo di apertura ed equilibrato».

LA REPLICA DI MEDIASET - Immediata e rabbiosa la risposta di Mediaset. «Per anni sono state criticate leggi definite ad personam, oggi il governo ne ha presentata una contro un'azienda che appare tagliata su misura come vendetta politica» è il commento al ddl Gentiloni. «Si tratta di un disegno senza respiro di sviluppo - si legge in una nota di Cologno Monzese - basato su interventi contingenti che appaiono ispirati da una prospettiva retrograda. E tutto questo è ancora più nocivo in una fase di mercato in cui i media mondiali sono scossi da un profondo e repentino cambiamento. Confidiamo che il dibattito parlamentare - conclude l'azienda - restituisca credibilità alla proposta».

PRODI -  «Mi sembra una buona riforma quella avanzata dal progetto proposto dal ministro Gentiloni, prima di tutto perchè pone rimedio a un vulnus non solo tecnico ma anche giuridico rilevato sia dall’Autorità Garante per le Telecomunicazioni, sia dalla Corte Costituzionale». E’ quanto afferma in una nota il presidente del Consiglio, Prodi, aggiungendo che «come ogni disegno di legge sarà oggetto di un approfondito e doverosamente ampio dibattito in Parlamento». Per questo, aggiunge il premier, «ho condiviso le proposte del ministro Gentiloni nei modi e nei tempi che ha voluto studiare per la crescita di questo importante settore della vita del Paese. E’ un provvedimento di liberalizzazione - conclude Prodi - che soddisfa le esigenze di maggiore concorrenza e pluralismo del mondo radiotelevisivo italiano».
12 ottobre 2006

Attached Image: 1452006_13745_mediaset.jpg

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